Roma, Settembre 1943, è stato appena firmato e l'esercito italiano è allo sbando... ognuno cerca di pensare a se stesso e a salvare la pellaccia, visto che i tedeschi sembrano intenzionati a non lasciare tanto facilmente la penisola.
Un gruppo di militari siciliani di stanza ad un magazzino viveri della capitale decide che è arrivato il momento di tornare a casa... la guerra per loro E' finita.
Riempiono gli zaini di forme di formaggio, salsiccie, fiaschi di vino, pane e iniziano il loro lungo cammino.
Fra di loro un personaggio che 32 anni dopo sarebbe diventato mio zio Francesco.
Il percorso è lungo, accidentato, spesso i nostri devono scambiare i viveri con qualche contadino per poter dormire in un casolare, devono stare alla larga dalle strade principali per non imbattersi nelle truppe tedesche e devono evitare di incontrare anche altri reparti dell'esercito italiano.
Impiegano 3 settimane per arrivare allo stretto e il problema ora è attraversarlo.....
Traghetti non ce ne sono, solo qualche pescatore, dietro pagamento, sembra disponibile alla traversata.
Dopo una lunga trattativa trovano un barcone a motore che dovrebbe riuscire a portarli tutti e partono da Villa San Giovanni, di notte, convinti di arrivare in qualche ora dall'altra parte, a Messina...invece, la forza delle correnti (ricordarsi di Scilla e Cariddi), la pochezza dell'imbarcazione e il gran numero di passeggeri, li costringono ad un viaggio durissimo (più di 20 ore), con il rischio di naufragare più volte e l'approdo di fortuna a sud di Catania.
Qui il gruppo, stremato, si divide, ognuno ringrazia il cielo di essere ancora in vita e si avvia verso una nuova vita.
Di li a poco il mio futuro zio avrebbe sposato la sorella di un piccolissimo Francesco Prestipino, colei che sarebbe diventata mia zia Carmela e si sarebbe preparato a vivere una lunga vita all'Arabitte.
Giovedì, zio Francesco ha raggiunto i suoi commilitoni lassù ... in cielo.
Questa è solo una delle storie che mi raccontava, baffetto d'ordinanza, eterna sigaretta in bocca, pantaloni di fustagno e coppola bene in testa (anche con quaranta gradi), quando da bambino trascorrevo le mie prime vacanze in Sicilia...Mi mancherà anche se ormai erano tre anni che non lo vedevo e da tempo non parlavamo al telefono....
Mi mancherà, ma fino a quando qualcuno ricorderà le sue storie, le sue canzoni e le sue poesie, continuerà a vivere e ad essere accanto a noi.
lunedì 15 dicembre 2008
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